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Storia militare | L'Impresa di Alessandria

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

14
DIC
2020

Una grande azione da guerra compiuta dai Mezzi d’Assalto della X Flottiglia MAS colma di coraggio e straordinaria audacia, violando le difese della base navale inglese di Alessandria d’Egitto 

(In foto: la Corazzata HMS Queen Elizabeth  affondata insieme alla HMS Valiant) 

La Regia Marina dal 1939 presso la base di La Spezia disponeva di un reparto di mezzi d’assalto composto dagli Arditi appartenenti alla Flottiglia MAS, costituita principalmente da sommozzatori che operavano con i mezzi d’assalto, armi segrete a loro disposizione.

I primi mezzi d’assalto usati dalla Flottiglia Mas furono i Barchini esplosivi, motoscafi ad alta velocità, modificati per l’uso bellico che contenevano a prua del motoscafo una grossa testata pienadi alto esplosivo. Il pilota ad alta velocità individuava il bersaglio da colpire e dopo aver bloccato il timone si lanciava in mare grazie all’uso di un seggiolino a sbalzo, lasciando procedere il motoscafo sul bersaglio. La flottiglia inoltre, disponeva di una nuovo mezzo subacqueo d’assalto, il Siluro a Lenta Corsa, individuato con la sigla (SLC) e denominato Maiale. Il personale era composto  principalmente dal Gruppo Gamma, operatori subacquei altamente addestrato e dotato di attrezzature speciali come mute, pinne, guanti palmati, profondimetri, bussole che aiutavano gli operatori in immersione a svolgere le operazioni subacquee atte a collocare  le testate esplosive, trasportate dai SLC e posizionate sotto le carene delle unità nemiche da affondare.

Questa attività operativa venne svolta in assoluta segretezza e ben presto vide il suo primo impiego contro le unità navali ormeggiate nelle basi militari inglesi nei porti di Gibilterrae Alessandria d’Egitto, grazie all’ l’ausilio dei sommergibili Gondar e Scirè, entrambi attrezzati al trasporto dei Siluri a Lenta Corsa e dei suoi equipaggi.

Le azioni svolte dal reparto della Flottiglia Mas non conseguirono brillanti successi ma dimostrarono all’alto comando la piena efficacia delreparto nell’operare e penetrare occultati nelle infrastrutture del nemico.Il comando supremo della Regia Marina, nel marzo del 1941 ricostituì l’intero reparto denominandolo X°Flottiglia MAS, affidando il comando al Comandante di Fregata Vittorio Moccagatta che in breve tempo studiò e pianificò nuove incursioni contro le basi inglesi.

Celebre l’attacco alla Baia di Suda svoltasi fra la notte del 25 e 26 Marzo 1941 dove sei barchini, al comando del Tenente di Vascello Luigi Faggionifurono trasportati dai Cacciatorpediniere Francesco Crispi e Sella a poche miglia dalla base inglese.I barchini entrati nella baia affondarono l’Incrociatore York e danneggiarono la Petroliera Pericles. L’eroica azione condotta dai mezzi d’assalto venne offuscata dalla tragedia dello scontro navale di Gaudo e Matapan, avvenuto la notte del 28 marzo 1941, dove la Regia Marina perse cinque prestigiose unità,gli Incrociatori Fiume, Zara, Pola i Cacciatorpediniere Alfieri e Carducci e la Corazzata Vittorio Veneto venne silurata. Uno scontro navale disastroso che causò la morte di 2383 marinai ma i valorosi uomini della regia marina appartenenti alla X °MAS, motivati da un senso di orgoglio e riscatto, non demorsero e ben presto pianificarono diversi attacchi alle basi inglesi con l’uso dei mezzi subacquei. I Siluri a lenta corsa, erano dei mini sommergibili che derivavano dall’evoluzione della celebre Mignatta usata durante il primo conflitto mondiale per affondare le corazzate austriache, successivamente studiato ed evoluto negli anni dagli Ufficiali del Genio Navale Teseo Tesei e Elios Toschi, modificati e perfezionati successivamente dai Tenenti di Vascello Birindelli e Giorgini.

Il micidiale mezzo subaqueo possedeva una propulsione elettrica sviluppata da un motore di 1,6HP con una autonomia di 15 miglia alla velocità di tre nodi e sul particolare scafo erano collocate due selle in metallo, una per ospitare il pilota, dotata di comandi e strumenti per la navigazione e la seconda per ospitare il secondo operatore. Alla sommità dello scafo era situata la testata esplosiva, un contenitore cilindrico, contenente 300 kili di tritolo, collocato solitamente sotto lo scafo dell’unità da colpire o ancorato dagli operatori subacquei, attraverso l’uso di un cavo d’acciaio e morsetti ,alle alette dei timoni della nave. Veniva regolata la spoletta a tempo per la deflagrazione in modo da consentire agli operatori di allontanarsi con il mezzo in piena sicurezza e raggiungere il Sommergibile posato sul fondale.

Nel mese di novembre del 1941 venne ideata e studiata nei minimi dettagli l’Operazione segreta G.A3, intesa a violare le ostruzioni della base navale Inglese di Alessandria d’Egitto e affondare le Corazzate presenti in rada.Il regio Sommergibile Scirè al comando del Tenente di Vascello Junio Valerio Borghese partì in gran segreto il 1dicembre 1941 dalla base di la Spezia diretto verso la base italiana di Lero, in Grecia, per imbarcare i tre equipaggi di Incursori, precedentemente trasferiti nella base. Giunse il 14 dicembre e dopo aver effettuato rifornimento e imbarcato in gran segreto mezzi e uomini, salpò occultato verso la sua missione, Alessandria.I forti marosi di quei giorni causarono un ritardo della missione che iniziò alle ore 20,45 del 18 dicembre. I tre equipaggi dei siluri a lenta corsa n°221,222, 223 erano composti da Luigi Duran de la Penne e dal suo operatore Emilio Bianchi, da Antonio Marceglia e l’operatore Spartaco Shergat e Vincenzo Martellotta con l’operatore Mario Marino. Entrambi i mezzi erano dotati di cariche magnetiche da depositare sul fondo sabbioso, sotto le chiglie delle unità,ognuno con un proprio obiettivo.

Inizialmente i tre mezzi si defilarono dagli attacchi notturni di bombe di profondità lanciati e programmati dalle motovedette che vigilavano il porto. Giunti in prossimità delle reti di sbarramento gli equipaggi italiani incontrarono notevoli difficoltà nel tagliare o sollevare le pesanti maglie delle reti d’acciaio. Improvvisamente le reti furono aperte in quanto tre Caccia inglesi uscivano dal porto e i tre maiali immediatamente si immersero a pelo d’acqua sfruttando la scia delle navi per entrare indisturbati nel porto di Alessandria.

Entrati nel porto il primo equipaggio dell’SLC, al comando di De La Penne, avvistò la Corazzata Valiant, di 27.500 tonnellate, in silenzio e in piena oscurità raggiunse l’unità navigando al buio e in superficie. Sfortunatamente durante la fase di avvicinamento il motore in avaria si spense e il pesante siluro incominciò ad affondare nei pressi della corazzata ma entrambi gli operatori, operando al buio e  in immersione cercarono in tutti i modi di avvicinare il siluro sotto l’unità. L’operatore Bianchi colpito da improvviso malore riemerse e con difficoltà raggiunse la boa d’ormeggio della Valiant. Intanto De la Penne sotto lo scafo della nave in piena oscurità collocò la carica sotto la chiglia della corazzata, regolando il timer della spoletta per l’esplosione. Allo stremo delle forze De la Penne riemerse e intravide il suo operatore sulla boa e tentando di fuggire, entrambi furono inquadrati dal fuoco delle mitragliatrici delle motovedette e furono successivamente catturati e condotti a bordo della stessa corazzata per essere interrogati. Dopo ore di prigionia a bordo della Valiant, De La Penne alle 05,30 del 19 dicembre chiese udienza al Comandante dell’unità per informarlo sull’imminente esplosione della carica, un gesto nobile inteso a salvare la vita dell’equipaggio della nave. Alle 06,15 la potente carica esplose causando un grosso squarcio nella fiancata della corazzata che in breve tempo affondò posandosi sul fondale.

Intanto l’equipaggio del maiale nr.222 condotto da Marceglia e Shergat con perfetta manovra avevanocollocato la potente carica sotto la chiglia della Corazzata Queen Elizabeth che esplose, affondando sul fondo sabbioso e con essa l’orgoglio della Marina Inglese. Dopo pochi minuti l’affondamento della Corazzata Queen Elizabeth seguì l’esplosione della carica collocata sotto la Petroliera Sagona, collocata sotto la chiglia della nave dall’equipaggio del maiale nr.223,Martellotta e Marino. Quest’ultima esplosione causò un forte incendio a bordo della petroliera che danneggiò seriamente il Cacciatorpediniere Jervisormeggiato accanto.La brillante azione causò l’affondamento di due corazzate inglesi e ristabilì momentaneamente l’equilibrio delle forze navali nel mediterraneo ma in particolare modo l’azione fu un riscatto trionfante per l’amara sconfitta subita nello scontro di Matapan.

Il primo Ministro inglese per difendere l’orgoglio inglese e mascherare l’affondamento delle corazzate, ricorse a diversi stratagemmi fra cui far eseguire l’alza e ammaina bandiera in pompa magna sui ponti poppieri delle corazzate (invasi dall’acqua) ma dopo poche settimane il tutto fu reso pubblico e il primo ministro Winston Churchill enunciò la seguente frase alle camere:

“Sei Italiani con materiale di costo irrisorio hanno fatto vacillare l’equilibrio militare nel Mediterraneo a vantaggio dell’Asse”.

Gli equipaggi italiani dei temibili SLC, furonotratti in salvo, catturati e successivamente sottoposti ad inutili e lunghi interrogatori, mirati ad estrapolare notizie e dati sui mezzi usati.Furono inviati nei campi di prigionia inglesi in Africa e in india.Al loro rientro in Patrianel 1945, furono decorati per il grande coraggio dimostrato nella brillante azione, con la medaglia d’oro al valore militare.

Si spera che questa bellissima ed eroica pagina storica possa contribuire a far riflettere einfondere coraggio, fierezza e determinazione a tutti noi italiani peraffrontare uniti, il terribile nemico, subdolo ed invisibile, denominato “COVID 19 “che nel mondo, attraverso la sua vasta diffusione ha causato  e continua ancora a  mietere vittime innocenti.

Michele Fiorentino



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